Le cose da non dire all'assicuratore
di Fausta Chiesa
Alle prese con una richiesta di risarcimento da parte di un’assicurazione? Quello che dici potrebbe incidere pesantemente sulla possibilità di vedersi accordare il rimborso oppure no. Le tue parole indicano una situazione, un fatto, un dubbio che potrebbero accendere un campanello d’allarme e rappresentare poi un appiglio a cui la compagnia si attacca per sostenere che non hai diritto ai soldi. Ecco perché calibrare, scegliere e misurare le parole è così importante. Ci sono cose che non si devono dire, espressioni che non si devono usare. Ecco una guida per evitare di doversi poi mangiare la lingua.
1. "Penso che ..."
Regola numero uno: sii sempre sicuro di quello che dici. E per dimostrare che sei certo non devi mai cominciare una frase o una dichiarazione con “Penso o credo che...”. Se pensi o credi significa che non sei sicuro. Soprattutto se quello che dici poi e di cui non sei sicuro si rivela sbagliato. Per esempio, se dici di pensare che stavi andando in autostrada a 130 chilometri orari e poi ti mostrano la fotografia dell’autovelox che evidenzia una velocità superiore, questo sbaglio - volontario o involontario che sia - compromette la tua credibilità. Attieniti sempre ai fatti di cui sei sicuro e nel caso in cui l’assicurazione ti faccia una domanda a cui non sai rispondere dì “non lo so”. E se l’interlocutore dell’assicurazione sta redigendo un rapporto, chiedi di poterlo visionare in modo da segnalare eventuali imprecisioni o inesattezze. Stai particolarmente attento quando ipotizzi la causa di un guasto o di una disfunzione. Se per esempio suggerisci che la perdita di acqua dal lavandino è dovuta a un difetto di costruzione, questa causa potrebbe essere esclusa espressamente dal tuo tipo di polizza come caso che dà diritto al risarcimento.
2. "Ho il colpo della frusta"
Se c’è un trauma che mette subito in allarme un assicuratore è quando si dice che si è avuto il colpo della frusta. Si tratta, infatti, della scusa più comune utilizzata per chiedere un risarcimento in caso di sinistro con l’automobile. E le stime sulle frodi ai danni delle assicurazioni non sono uno scherzo: negli Stati Uniti, Paese probabilmente culturalmente meno propenso del nostro a mistificare la realtà per trarne un vantaggio personale, valgono quasi sette miliardi di dollari l’anno. Il colpo della frusta è la motivazione preferita dai “furbetti” ed è in cima alla lista delle cause di traumi falsi. Inoltre, il colpo della frusta è una diagnosi specifica e soltanto un medico ha il titolo per farla. Pensi di aver avuto il colpo della frusta? Limitati a dire che hai mal di collo. E indicala come causa soltanto se hai un certificato medico che la prova.
3. "Si è allagata la cantina"
Lo stesso campanello d’allarme del colpo della strega suona anche quando si dice che si è allagata la cantina. Generalmente le cantine si allagano perché è piovuto tanto e le polizze assicurative non coprono da questo evento. Le polizze coprono da eventi naturali soltanto se sono eccezionali, non normali. Quindi il risarcimento per il materiale contenuto in cantina e danneggiato non sarebbe accordato.
4. "Mi spedisca l’assegno"
Infine, quando compili la richiesta di risarcimento non mostrarti solamente interessato al rimborso economico e minimamente interessato a come rimediare al danno accaduto. Non scrivere mai, per esempio, “non mi interessa che mi mandiate qualcuno a riparare il tetto che perde, speditemi l’assegno che lo faccio riparare io” potrebbe compromettere o ritardare la pratica. La compagnia assicurativa potrebbe sospettare che avete finto il buco al tetto. In teoria, i soldi del risarcimento da parte dell’assicurazione devono essere destinati totalmente e unicamente e riparare la causa del danno.
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domenica 22 novembre 2009
Le cose da non dire all'assicuratore
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